ASCOLTIAMO LA PAROLA
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 11,2-11
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa dunque siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi
dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico,
anzi, più che un profeta. Egli è colui, del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero davanti a te egli preparerà la tua via. In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
PER RIFLETTERE
Anche le anime più grandi sono attraversate dal dubbio, rischiano di cadere nella notte dello spirito. È accaduto recentemente anche a madre Teresa di Calcutta, come racconta nel suo diario. Allora la fede, fino allora sicura, si riempie di interrogativi angoscianti: Ci si domanda: se Dio esiste, perché non si fa sentire, non lancia un messaggio?; soprattutto perché non interviene
come ci aspetteremmo? È questa, in fondo, la domanda del Battista che partecipa alle aspettative del suo popolo. Tutti attendevano un messiapotente che avrebbe distrutto il male con la forza e stabilito un regno
di soli giusti. Quella scure vibrata con forza, quel ventilabro che getta in aria il grano per separarlo dalla pula, roteava nelle mente di molti. Perciò l'agire di Gesù risultò deludente e inaccettabile a molti, che lo condannarono a morte. Dio non si comporta come vogliamo noi, i suoi pensieri non sono i nostri pensieri. Questo a volte ci scandalizza. È facile che sia così per noi portati a crearci idoli su misura.
PER PREGARE
Signore Gesù, la tua venuta è ormai prossima,
grande è la nostra gioia se sapremo riconoscere
la grandezza del tuo dono, la possibilità di incontrarti,
tu sei nostra salvezza eterna, grazia increata.
Fa', o Signore, che abbattiamo ogni compromesso,
che sciogliamo ogni legame iniquo per poter fare nostro
il dono dello Spirito che vive e opera in noi.
Levaci, Signore, la nostalgia delle cose da abbandonare
per seguire le tue vie.
Donaci la forza di rispondere con radicalità all'invito
di salvezza che la tua Parola ci propone,
e di impegnarci con fedeltà ai progetti del tuo amore.
Sii tu, oggi e sempre, l'Emmanuele, il Dio-con-noi.
Amen!
DA "AMORIS LAETITIA" DI PAPA FRANCESCO
"Quando una persona che ama può fare del bene a un altro, o quando vede che all'altro le cose vanno bene, lo vive con gioia e in quel modo dà gloria a Dio, perché "Dio ama chi dona con gioia" nostro Signore apprezza in modo speciale chi si rallegra della felicità dell'altro. Se non alimentiamo la nostra capacità di godere del bene dell'altro e ci concentriamo soprattutto sulle nostre necessità, ci condanniamo a vivere con poca gioia, dal momento che, come ha detto Gesù: "Si è più beati nel dare che nel ricevere". (N° 110)
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