Nell'immaginario collettiva Lourdes
è associato alla parola Pellegrinaggio: pellegrinaggio dell'ammalato che cerca
guarigione, del bisognoso che cerca aiuto, del sofferente che cerca conforto, e
perché no, dell'uomo qualunque che cerca Dio...
Appena giunto in
questa piccola cittadina resti affascinato da un paesaggio immerso nel verde,
ai piedi dei Pirenei, popolato da hotel e negozi di souvenir che, strano a
dirsi, non riescono a distrarti dal vero motivo che ti ha spinto a fare tanti
chilometri per ritrovarti lì, con migliaia di persone di diversa nazionalità, a
vivere momenti di comunione che solo la fede può concretizzare.
Ed ancora più
travolgente è la maestosità e la bellezza dei santuari costruiti nei secoli e
dedicati alla Vergine Maria: nel 1871 l'imponente Basilica dell'Immacolata Concezione o Basilica superiore; nel 1889 la Basilica
del Rosario con i suoi preziosissimi mosaici ed infine la Basilica di Pio X consacrata nel 1958 per il
centenario delle apparizioni, un'enorme struttura ovale sotterranea
coperta da un tetto di cemento, una delle più grandi chiese del mondo.
Tuttavia il primo pensiero è rivolto
esclusivamente a Lei, la
Vergine Maria, ed immancabile è il saluto alla grotta di
Massabielle, luogo delle apparizioni, avvolta da un'atmosfera mistica e
caratterizzata da un'incantevole statua della Vergine vestita di bianco e
dall'inesauribile sorgente di acqua "miracolosa". Subito ti cattura il
racconto della vita di santa Bernardetta, dal corpo esile e fragile a causa
della sua malattia (asma) e nata in una famiglia in difficoltà economiche che
non può neanche prendersi cura di lei, non si arrende davanti agli scettici ed
agli increduli ed impiega tutte le sue forze per testimoniare le sue apparizioni
fino a quando tutti le credono. Donna umile, negli ultimi anni di vita,
contrariata dall'attenzione che stava attraendo su di sé, si trasferì presso le
Suore della Carità di
Nevers.
Durante il soggiorno vivi momenti comunitari intensi e
significativi: dalla Via Crucis sulla collina delle Espélugues (spelonche,
grotte) al rosario recitato davanti alla grotta al di là del fiume, la sera
prima di andare a dormire; dalla messa internazionale alla fiaccolata serale (flambeau), esperienza
di preghiera vissuta da migliaia di persone e perciò recitata nelle diverse
lingue, indelebile è il ricordo del fiume di gente unito dalla preghiera, dal
canto e dalle fiammelle delle candele accese per tutto il percorso. Eppure non
mancano neanche quelli personali: l'adorazione eucaristica, la confessione e,
per chi vuole, il bagno nelle piscine. Ma più di tutto, emozionante è il
ricordo dello sguardo dell'ammalato in cerca di sollievo e che lo trova nel
sorriso amorevole del volontario. Figura chiave del vissuto a Lourdes che,
senza la minima ricompensa (anzi è a suo carico il viaggio e in alcuni casi
anche l'alloggio), mette a disposizione tutto il suo tempo e le sue energie per
il prossimo. A tal proposito, non molto lontano dal centro sorge un complesso
residenziale: Cité Saint-Pierre, anch'esso gestito interamente da volontari (primi
finanziatori di questa struttura), voluto e fondato nel 1955 da parte di
Mgr Rodhain è un centro di accoglienza per tutti coloro che non possiedono
nulla e si ispira al motto "La carità non ha ora".
Sono convinto
che insieme ai miei compagni di viaggio (trentasei parrocchiani aggregati ad un
gruppo di altre 106 persone provenienti da altre parrocchie di Bari e non) una
volta tornati alla routine quotidiana ci porteremo proprio questo messaggio: carità, parola dal significato facilmente
comprensibile ma tanto difficile da mettere in pratica. Noi cristiani siamo
chiamati a fare di questa parola il mezzo e il fine della nostra vita terrena in
modo da essere esempi per gli altri, ma non sempre ne siamo capaci.
Stefano Roselli
L'articolo è pubblicato sul numero di ottobre 2012 de "l'incontro - periodico di cultura locale fondato da don pierino dattoli"
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