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nov 02 2012
Lourdes: pellegrinaggio nella carità PDF Stampa E-mail
Scritto da Redazione   
venerdì 02 novembre 2012

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Nell'immaginario collettiva Lourdes è associato alla parola Pellegrinaggio: pellegrinaggio dell'ammalato che cerca guarigione, del bisognoso che cerca aiuto, del sofferente che cerca conforto, e perché no, dell'uomo qualunque che cerca Dio...

Appena giunto in questa piccola cittadina resti affascinato da un paesaggio immerso nel verde, ai piedi dei Pirenei, popolato da hotel e negozi di souvenir che, strano a dirsi, non riescono a distrarti dal vero motivo che ti ha spinto a fare tanti chilometri per ritrovarti lì, con migliaia di persone di diversa nazionalità, a vivere momenti di comunione che solo la fede può concretizzare.

Ed ancora più travolgente è la maestosità e la bellezza dei santuari costruiti nei secoli e dedicati alla Vergine Maria: nel 1871 l'imponente Basilica dell'Immacolata Concezione o Basilica superiore; nel 1889 la Basilica del Rosario con i suoi preziosissimi mosaici ed infine la Basilica di Pio X consacrata nel 1958 per il centenario delle apparizioni, un'enorme struttura ovale sotterranea coperta da un tetto di cemento, una delle più grandi chiese del mondo.

Tuttavia il primo pensiero è rivolto esclusivamente a Lei, la Vergine Maria, ed immancabile è il saluto alla grotta di Massabielle, luogo delle apparizioni, avvolta da un'atmosfera mistica e caratterizzata da un'incantevole statua della Vergine vestita di bianco e dall'inesauribile sorgente di acqua "miracolosa". Subito ti cattura il racconto della vita di santa Bernardetta, dal corpo esile e fragile a causa della sua malattia (asma) e nata in una famiglia in difficoltà economiche che non può neanche prendersi cura di lei, non si arrende davanti agli scettici ed agli increduli ed impiega tutte le sue forze per testimoniare le sue apparizioni fino a quando tutti le credono. Donna umile, negli ultimi anni di vita, contrariata dall'attenzione che stava attraendo su di sé, si trasferì presso le Suore della Carità di Nevers.

Durante il soggiorno vivi momenti comunitari intensi e significativi: dalla Via Crucis sulla collina delle Espélugues (spelonche, grotte) al rosario recitato davanti alla grotta al di là del fiume, la sera prima di andare a dormire; dalla messa internazionale alla fiaccolata serale (flambeau), esperienza di preghiera vissuta da migliaia dilourdes_1.jpg persone e perciò recitata nelle diverse lingue, indelebile è il ricordo del fiume di gente unito dalla preghiera, dal canto e dalle fiammelle delle candele accese per tutto il percorso. Eppure non mancano neanche quelli personali: l'adorazione eucaristica, la confessione e, per chi vuole, il bagno nelle piscine. Ma più di tutto, emozionante è il ricordo dello sguardo dell'ammalato in cerca di sollievo e che lo trova nel sorriso amorevole del volontario. Figura chiave del vissuto a Lourdes che, senza la minima ricompensa (anzi è a suo carico il viaggio e in alcuni casi anche l'alloggio), mette a disposizione tutto il suo tempo e le sue energie per il prossimo. A tal proposito, non molto lontano dal centro sorge un complesso residenziale: Cité Saint-Pierre, anch'esso gestito interamente da volontari (primi finanziatori di questa struttura), voluto e fondato nel 1955 da parte di Mgr Rodhain è un centro di accoglienza per tutti coloro che non possiedono nulla e si ispira al motto "La carità non ha ora".

Sono convinto che insieme ai miei compagni di viaggio (trentasei parrocchiani aggregati ad un gruppo di altre 106 persone provenienti da altre parrocchie di Bari e non) una volta tornati alla routine quotidiana ci porteremo proprio questo messaggio: carità, parola dal significato facilmente comprensibile ma tanto difficile da mettere in pratica. Noi cristiani siamo chiamati a fare di questa parola il mezzo e il fine della nostra vita terrena in modo da essere esempi per gli altri, ma non sempre ne siamo capaci.

 

Stefano Roselli

 


L'articolo è pubblicato sul numero di ottobre 2012 de "l'incontro - periodico di cultura locale fondato da don pierino dattoli"
 
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