Cassonetti bruciati, muri di abitazioni e spazi pubblici riempiti di frasi, insulti e firme, fontane pubbliche rovinate. Questo è il bilancio degli ultimi attacchi vandalici di cui Toritto è stata fatta oggetto. Ormai, all'incendio dei cassonetti della spazzatura soprattutto, si è talmente abituati che la cosa sembra non fare più notizia. L'elenco degli atti di vandalismo è aggiornabile quasi tutte le mattine: basta fare un giro del paese e aggiungere alla lista i nuovi danni arrecati alle strutture pubbliche e private.

Per cercare di fronteggiare questa situazione, il sindaco Michele Geronimo ha assunto, come prima misura, una ordinanza che vieta l'uso di bevande alcoliche nei luoghi pubblici dopo le ore 22.00. Molte le proposte scaturite durante la seduta del Consiglio Comunale del 15 settembre scorso: un'ordinanza che pone il divieto di imbrattare i muri con le relative sanzioni; un sistema di videosorveglianza; maggiori controlli nei punti strategici; educazione dei ragazzi alla legalità; una ulteriore sollecitazione, insieme ai sindaci dei paesi limitrofi, al Prefetto. Tutte ottime iniziative ma se a mancare è il controllo continuo e costante come si possono far rispettare queste ordinanze? Il comando dei Carabinieri, durante una telefonata con il Sindaco, non ha potuto, infatti, garantire una maggiore presenza dell'Arma. Il numero di Carabinieri stanziati nel territorio di Toritto, come ha fatto notare il vice-sindaco Nino Giorgio durante il Consiglio, è nettamente minore rispetto a quello dei paesi vicini (Bitetto, per esempio). Il Consiglio ha incaricato la Commissione Territorio, Ambiente e Agricolutra ad individuare delle attività finalizzate ad un più accurato controllo del territorio; sollecitato il Comando di Polizia Municipale a produrre un piano delle sue attività con lo scopo di contrastare questo genere di problematiche e ha richiesto al Prefetto, al Comandante Regionale e della Compagnia di Modugno dei Carabinieri un incremento del personale assegnato al controllo del territorio di Toritto. 

Verrebbe da chiedersi quali sono le motivazioni che spingono i giovani (difficile pensare che si tratti di attempati signori che girano per strada nottetempo armati di bombolette spray e accendini) ad accanirsi contro fontane e cassonetti: chi avrebbe mai pensato che fossero così irritanti e fastidiosi? All'inizio di settembre i cassonetti posti alle spalle del Comune sono stati incendiati più di una volta nel giro di una settimana. Ciò ha comportato la distruzione di una porta di legno e l'impossibilità di accedere ad internet per tutti gli uffici comunali. Fossimo a Napoli un motivo per accanirsi contro cassonetti e Isole Ecologiche sarebbe anche facile da trovare. Per non parlare, poi, della scelta di decorare, con frasi offensive e minacciose, i muri esterni ,da poco restaurati, della chiesa madre.

Qualcuno è arrivato a chiamarla libertà di espressione. Ma espressione di cosa esattamente? C'è un malcontento alla base di questi atti? Se è così è lecito domandarsi se non sarebbe più semplice dire esplicitamente che cosa c'è che non va. Se è, invece la noia a spingere i giovani alla devastazione (è davvero così insopportabile non avere niente da fare la notte?) forse non solo le istituzioni ma anche tutti noi cittadini dovremmo impegnarci nel trovare loro qualcosa da fare.

Questo numero è pubblicato sul numero di ottobre de "l'incontro - periodico di cultura locale fondato da Don Pierino Dattoli"