TESTIMONIARE: FIAMMA E PROMESSA
La quarta domenica del Tempo di Avvento di quest’anno precede di soli due giorni l’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro in Roma quale segno dell’inizio dell’Anno Giubilare 2025, il cui motto è Pellegrini di Speranza. Dedicato al tema della Speranza e con un forte richiamo al pellegrinare. Il pellegrinaggio è, infatti, uno dei segni del Giubileo. Come si legge sul portale dedicato all’Evento, il giubileo chiede di mettersi in cammino e di superare alcuni confini. Un esempio di questo pellegrinare ci è offerto proprio dal Vangelo di questa domenica: Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Lc 1, 39-48
CAPIRE
La fiamma della contemplazione di Laura Makabresku (nome d’arte di Kamila Kansy) è un’opera pubblicata direttamente sui social dall’artista stessa. la sua arte di riferimento è la fotografia, frammista ad opere ad olio o acrilico: una commistione di stili che rende la Fiamma della contemplazione interessante anche per quanto riguarda lo spazio virtuale/etereo in cui viene posta.
Nell’opera è presente una donna dal volto coperto, irriconoscibile ma, ancora di più, investita da una colomba che sembra sussurrare qualcosa al suo orecchio, colomba che reca annuncio, che copre, con la sua ombra, il volto di una donna rivestita del rosso iconico dell’umanità, assorta fra il blu denso dell’etereo cielo, e l’oro, promessa fondamento in Dio, che inizia a smuoversi, come tappeto, sotto i suoi passi.
Ci troviamo in direzione dell’Annuncio che accende in Maria la fiamma della contemplazione, dove l’autentica protagonista che offre il titolo all’opera non è la donna ma la fiamma che brilla nel suo palmo, quella fiamma che si accende dentro di lei.
La donna seduta sulla sedia può farci pensare a Maria, visitata dallo Spirito Santo sotto forma di colomba, nell’evento dell’Annunciazione (cf Lc 1,26-38). Il racconto evangelico non ci fornisce informazioni precise circa quello che stesse facendo Maria, né in quale posizione fosse (se in piedi, inginocchiata, seduta), quando l’angelo l’ha visitata; tuttavia non possiamo essere tentati a credere che Maria fosse realmente seduta in trono come spesso la vediamo raffigurata nelle icone antiche, perché il Vangelo stesso ci presenta Maria povera. Questa rappresentazione è espressione del dogma mariano Maria, Madre di Dio, poiché Gesù è vero Dio e vero uomo (Calcedonia, 451). Il trono (qui nell’immagine sostituito da una semplice sedia di legno) è figura della Sedes Sapientiae perché Maria è l’immagine della Sapienza di Dio. E il suo essere rappresentata seduta sta a significare la sua superiorità rispetto all’angelo, conferitale dal suo assenso alla Volontà divina che l’ha resa Madre di Dio.
MEDITARE
Il cammino di Maria verso sua cugina Elisabetta non è facile.
I racconti evangelici non ci riportano cosa pensasse Maria durante il viaggio: non sappiamo nulla, ma fra l’annuncio dell’angelo e la visita ad Elisabetta c’è un filo rosso che collega tutta la storia di Maria. Questo filo rosso è la fiamma della contemplazione.
Una fiamma invisibile che si accende nel grembo di Maria e che si rivela quando il bambino esulta di gioia nel grembo di Elisabetta. Una fiamma che possiamo contemplare anche noi, nella nostra storia, quando i palmi si rivolgono verso l’altro e verso L’alto.
Elisabetta parla di orecchi, non di occhi. Perché Maria porta con sé la Parola: la Parola vivente, la Parola fatta carne. E la Parola si sente, si ode, si ascolta, si contempla. Prima che dal vedere Maria, Elisabetta è sorpresa dal sentire il saluto che Maria le rivolge: dall’irrompere nella sua casa della Parola che Maria porta nel grembo.
Maria andando, porta con sé la Parola vivente che irrompe nella casa e, irrompendo, scioglie, non ancora il mutismo di Zaccaria, ma il mutismo che avvolge Elisabetta; quel mutismo che è silenzio sterile perché privo della Parola di Dio.
È lo stesso che può accadere nella vita spirituale di ciascuno, come per i discepoli di Emmaus (cf Lc 24,13-35): avere al nostro fianco il Signore Gesù in persona, vederlo e non riconoscerlo. Fintanto che non si ascolta la Sua voce.
Probabilmente, è la stessa fiamma della contemplazione che ardeva nel cuore di Maria mentre era in viaggio verso la casa di Zaccaria. Probabilmente è la stessa fiamma che l’artista dell’opera che abbiamo scelto ha voluto rappresentare.
RIFLETTERE
Quali sono i confini che riconosco essere necessario superare per la mia crescita umana e spirituale? Sono disposto a mettermi in cammino per realizzare il progetto di amore che Dio ha pensato per me?
Del cammino della mia vita già compiuto faccio memoria delle volte in cui il Signore si è manifestato come compagno di viaggio proprio quando invece credevo di essere solo/a?
Sono disposto a custodire e ad alimentare la fiamma della contemplazione che rende visibile l’invisibile nella mia vita?
PREGARE
Padre che sei nei cieli,la fede che ci hai donato nel tuo figlio Gesù Cristo, nostro fratello,
e la fiamma di carità effusa nei nostri cuori dallo Spirito Santo, ridestino in noi,
la beata speranza per l’avvento del tuo Regno.
La tua grazia ci trasformi in coltivatori operosi dei semi evangelici che lievitino l’umanità
e il cosmo, nell’attesa fiduciosa dei cieli nuovi e della terra nuova,
quando vinte le potenze del Male, si manifesterà per sempre la tua gloria.
La grazia del Giubileo ravvivi in noi Pellegrini di Speranza, l’anelito verso i beni celesti
e riversi sul mondo intero la gioia e la pace del nostro Redentore.
A te Dio benedetto in eterno sia lode e gloria nei secoli.
Amen
Fonte:
Conferenza Episcopale Pugliese Commissione Regionale Per
La Dot Trina Della Fede, l’Annuncio e la Catechesi – Puglia
|