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dic 01 2024
Prima domenica di Avvento 2024 PDF Stampa E-mail
Scritto da Angela Fariello   
domenica 01 dicembre 2024
Abitare con trepidazione
 
L’Avvento ci ricorda i tanti secoli lungo i quali gli uomini sono vissuti nell’attesa della realizzazione nella promessa fatta da Dio,
di un salvatore che sarebbe venuto ad ABITARE con gli uomini per strapparli dalla schiavitù del peccato.
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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo».

 Lc 21, 25-28.34-36

 

COMPRENDERE

 

 "La camera ad Arles" di Vincent Van Gog, apparentemente semplice, è un riflesso del desiderio di Van Gogh di trovare un rifugio di pace e stabilità, in contrasto con le sue turbolenze interiori.

Il dipinto rappresenta la camera da letto di Van Gogh ad Arles, in Provenza, un ambiente essenziale e modesto. I colori contrastanti creano un dinamismo interno, suggerendouna sorta di tensione emotiva. Il giallo, spesso associato alla vitalità e all'energia, rappresenta undesiderio di calore e accoglienza, mentre il blu può richiamare la tranquillità, ma anche la malinconia.

Van Gogh si trasferì ad Arles con il sogno di creare una "comune artistica", un luogo in cui potesselavorare con altri artisti e vivere in armonia con la natura e la pittura. Tuttavia, questo sogno siscontrò con la realtà.

La sua relazione con Paul Gauguin, che visse con lui brevemente, finìdrammaticamente, culminando nel celebre episodio in cui Van Gogh si tagliò l'orecchio. Questastanza, quindi, diventa il simbolo del suo desiderio di tranquillità, che però si sgretola sotto il pesodella sua malattia mentale e dell'isolamento.

"La camera ad Arles" può essere letta come unautoritratto simbolico di Van Gogh, un riflesso del suo tentativo di trovare un luogo stabile e sicuro inun mondo che gli appare sempre più distorto e instabile. Allo stesso modo, il Vangelo di Luca ciinvita a vigilare e ad "abitare" il tempo della storia con gli occhi aperti, vivendo nella trepidazione,ma con la speranza della venuta del Cristo. Entrambi, sia l'opera di Van Gogh che il messaggioevangelico, parlano di un'attesa costante, di un desiderio di pace che non è ancora compiuto, mache è intrinsecamente legato alla speranza.

 

 

MEDITARE

 

Dal punto di vista iconologico, la stanza è il riflesso del concetto di "abitare" non solo come vivere fisicamente in uno spazio, ma anche come abitare la propria interiorità. Van Gogh cercava di abitare un luogo che potesse dargli sicurezza e conforto, ma la sua instabilità emotiva gli impediva di sentirsi veramente a casa, anche nel proprio spazio.

La stanza diventa quindi una metafora della sua condizione mentale: un luogo che dovrebbe offrire rifugio, ma che allo stesso tempo è intriso di tensione e vulnerabilità. ll senso della vista gioca un ruolo fondamentale: nell'opera di Van Gogh, siamo chiamati a osservare attentamente i dettagli della stanza – il letto, la sedia, il tavolo – come se ogni elemento fosse intriso di una presenza invisibile, l’artista si identifica nel grande letto solitario, la sedia che nessuno occupa è il calore umano che non arriva ed è metafora dell’attesa.

Ancora una volta il vuoto e l’assenza pesano ben più della presenza. Questo "abitare" lo spazio diventa una metafora della presenza di Cristo nella storia e nella nostra vita.

 

Nel Vangelo, Gesù ci invita ad "alzare lo sguardo", a riconoscere i segni della sua presenza, a non chiuderci nella paura, ma a vedere con occhi spirituali la sua venuta. In sintesi, la stanza di Van Gogh può essere letta come un simbolo del cuore umano, un luogo abitato dalla presenza di Cristo, in cui il senso della vista ci aiuta a riconoscere la sua presenza nella nostra vita e nella storia, anche in mezzo alla trepidazione e all'incertezza del mondo.

 

È Gesù colui che è venuto per essere Dio-con-noi e riempire di speranza il cuore di ogni uomo. Una speranza che si fa concreta nella giustizia, libertà, salvezza e pace da realizzare. Anche noi, allora, viviamo con TREPIDAZIONE questo tempo che ci invita a scuoterci dai nostri torpori e dalle nostre pigrizie che ci fanno vivere comodamente distesi e anestetizzati da tutto ciò che ci circonda e a vincere le paure nelle quali molto spesso ci chiudiamo.

Gesù vuole gente audace, avventurosa, capace di rischiare tutto pur di trovarlo, credenti che come Lui sanno ABITARE questo tempo e questo mondo inseriti a pieno titolo in tutti gli ambiti dell’umano per realizzare fraternità, comunione, solidarietà, condivisione, senza temere di perdere ma solo entusiasti di appartenere a Cristo e trascinare anche chi ci vive accanto nel cammino verso di Lui.

Avere il cuore libero da tante cose inutili, pregare per saper riconoscere la sua presenza sono i modi migliori per non avere paura, anzi per essere contenti di poterlo incontrare. Quando confrontiamo questo vissuto con il testo evangelico di Luca, emerge un parallelismo profondo: nel Vangelo, Gesù parla dei segni apocalittici, della trepidazione e della necessità di vigilare.

Così come Van Gogh cerca di "abitare" la sua camera ad Arles, ma vive costantemente in uno stato di attesa e tensione, allo stesso modo il Vangelo ci invita a vivere con uno sguardo rivolto ai segni dei tempi, aspettando la venuta di Cristo, ma senza cadere nella disperazione.

Il Cristo che abita la storia è come l'artista che cerca di abitare la sua arte e il suo mondo interiore. La trepidazione diventa un'emozione condivisa: Van Gogh la vive nella sua quotidianità e nella sua malattia mentale, mentre il cristiano è chiamato a viverla come un richiamo alla vigilanza e alla speranza.

La prospettiva distorta del dipinto, infine, richiama lo stato di allerta e confusione che pervade l'umanità in attesa del compimento della storia.

 

 

RIFLETTERE

 

Se dovessi pensare alla tua “stanza interiore” come la descrivesti? Quali aspetti senti ancora non armoniosi e cosa vorresti sistemare? Ti senti una stanza accogliente e ospitale? In che modo? L’attesa del Signore e la sua venuta cosa dicono alla tua vita?

 

 

PREGHIERA PER LA SPERANZA NELL'ATTESA


Padre misericordioso, insegnaci a essere
vigilanti e pronti, con occhi e cuore aperti
alla tua presenza. Donaci la capacità
di riconoscerti nel quotidiano,
senza lasciarci distrarre dalle
preoccupazioni del mondo,
e guidaci con la tua luce nei momenti
di smarrimento.
Gesù, tu che ci hai chiamato a rimanere
saldi nelle prove, sostienici quando il nostro
spirito è turbato e la paura ci paralizza.
Aiutaci ad alzare lo sguardo verso di te,
ad attendere con fiducia il tuo ritorno,
e a vivere con il cuore pieno della tua pace,
nella certezza del tuo amore eterno.
Spirito Santo, donaci la forza
di guardare ai segni dei tempi con fiducia.
Nelle difficoltà e nelle incertezze,
fa' che non ci lasciamo sopraffare
dalla paura, ma che il nostro cuore
sia sempre rivolto alla venuta del Cristo,
nostra speranza.

Amen.

 

 

Fonte:

Conferenza Episcopale Pugliese Commissione Regionale Per La Dot Trina Della Fede, l’Annuncio e la Catechesi – Puglia

 

 

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