Con la celebrazione della Domenica delle Palme
si festeggia l’entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme per
andare incontro alla morte ed inizia la Settimana Santa,
centro dell’anno liturgico e fulcro della fede cristiana.
La
celebrazione si apre con il racconto dell’ingresso di Cristo a Gerusalemme del Vangelo di Marco.
L’episodio rimanda alla celebrazione della festività ebraica di Sukkot, la “festa delle Capanne”,
in
occasione della quale i fedeli arrivavano in massa in pellegrinaggio a Gerusalemme e salivano al tempio in
processione.
Ciascuno portava in mano e sventolava un piccolo mazzetto composto dai rami di tre alberi:
la
palma, simbolo della fede, il mirto, simbolo della preghiera che s’innalza verso il cielo,
e il salice, la cui forma
delle foglie rimandava alla bocca chiusa dei fedeli, in silenzio di fronte a Dio.
Il cammino era ritmato dalle
invocazioni di salvezza (Osanna),
lodando Dio per la liberazione dall’Egitto e con la consapevolezza che il
Messia
si sarebbe manifestato proprio nel contesto di questa festa.
IL VANGELO
Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei
suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro
legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”,
rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”».
Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti
dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono
fare.
Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri
mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi.
Quelli che precedevano e quelli che seguivano,
gridavano: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!Benedetto il Regno che viene, del nostro
padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!».
MEDITARE E RIFLETTERE
Non si può celebrare la festa delle Palme senza guardare al traguardo finale a cui essa
conduce, ossia la Resurrezione di Cristo, culmine della rivelazione di Dio in Gesù ed apice della salvezza a cui è
chiamato ogni essere umano, quella dal peccato e dalla morte.
I cristiani dei primi secoli avevano ben compreso
questo messaggio che Gesù trasmette con la sua vita, e lo avevano capito a tal punto da scegliere di decorare i
loro sepolcri con raffigurazioni di Cristo che apporta salvezza. E non a caso scelgono di riprodurre certe immagini
proprio sui sarcofagi, spazi dove gli esseri umani vengono riposti in attesa della salvezza definitiva con la
resurrezione alla fine dei tempi.
L’opera d’arte illustrata permette di guardare alla Domenica delle Palme con uno sguardo diverso, quello della
fede nella potenza salvatrice di Cristo.
Non bisogna dimenticare che l’intera celebrazione di questa domenica
prevede al suo interno degli elementi che confermano il senso della festa: all’inizio della celebrazione viene
rievocato l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme attraverso la lettura del brano evangelico di riferimento e
con la processione delle palme verso la chiesa; durante la celebrazione, invece, viene letto il racconto della
Passione di Gesù.
Pertanto, la proclamazione della Parola di Dio della liturgia suggerisce una celebrazione
caratterizzata da un clima che si ripercuoterà durante tutta la Settimana Santa ed in particolare nel triduo
pasquale: la festa e la mestizia austera.
Dunque, la Domenica delle Palme diventa una anticipazione e nello
stesso tempo una specie di compendio del mistero pasquale perché aiuta ad entrare gradualmente nella
profonda adorazione del cuore nei riguardi di Cristo che viene celebrato sì come il servo sofferente che muore in
croce, ma anche come il Figlio di Dio che risorgendo dalla morte apre il cuore dell’uomo alla fede in lui e nella sua
salvezza.
Ci si trova davvero di fronte alla storia di un passaggio da un Gesù che si rivela il Cristo, aprendo ad ogni
essere umano la possibilità di credere in lui per vivere la sua stessa storia: il passaggio dalla morte alla vita, dalla
terra al Paradiso.
Posso attestare nella mia vita dei momenti in cui ho vissuto l’esperienza di incontro con il Cristo?
Quando ho avvertito in modo vivo la salvezza operata dal Signore per me?
Mi riconosco nella speranza della resurrezione attraverso la fede nel Cristo morto e risorto?
PREGARE
Signore Gesù Cristo, Re di gloria e Servo obbediente del Padre, la tua grazia disponga i nostri cuori
a vivere
questi giorni nello stesso modo con cui hai preparato te stesso e i tuoi discepoli a celebrare la Pasqua.
Il
tuo Spirito alimenti in noi la pietà solidale del Cireneo, la speranza del perdono del buon ladrone,
la fede
consapevole del centurione, la carità operosa di Giuseppe d’Arimatea,
per poterti seguire attraverso la
nostra passione quotidiana ed entrare con te nel tuo regno di giustizia e di pace.
Amen!
Fonte: Conferenza Episcopale Pugliese
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