Se si comprende che la musica coopera alla liberazione di quelle energie positive che edificano in terra il Regno di Dio, si capirà meglio la scelta meditata dalla corale “Cantate Domino” che si è esibita mercoledì 3 ottobre nell’accogliente Chiesa di S. Giuseppe in Toritto in un concerto di beneficienza in occasione dell’apertura del nuovo anno pastorale della Parrocchia di San Nicola. Il tutto si è svolto in una calorosa cornice di fedeli, richiamando alla memoria il “transito” di S. Francesco di Assisi, analogamente a quanto stava avvenendo nella città umbra, alla vigilia della celebrazione eucaristica per l’offerta dell’olio pugliese, che per tutto il prossimo anno arderà davanti alla tomba del Santo.
Attraverso la tecnica già consolidata e vincente del recitativo e corale abbiamo avuto modo di ascoltare a più riprese le tappe del grande cammino spirituale del “poverello d’Assisi”, a partire dalla sua giovinezza sregolata da tipico nobile viziato, fino al momento dell’illuminazione divina e della conversione. Francesco si spoglierà degli abiti sontuosi per vestire soltanto di un povero saio e cominciare così la predicazione a favore dei più poveri e umili.
Possiamo dire, senza tema di smentita, che questa formazione, per purezza di emissione sonora e controllo della tessitura polifonica, rappresenta uno dei veri fiori all'occhiello della "rinascita" corale tra le nostre Comunità.
Il pregio di questo gruppo, composto di voci maschili e femminili ci sembra quello di unire la raffinatezza timbrica delle grandi formazioni.
La rilettura appassionata della vita di San Francesco presentata dal tenore Gaetano De Vito (voce solista in “Fratello sole”), intervallata dalla musica celeste d’alte sfere del maestro Frisina, in un religiosissimo elogio della bellezza, della sapienza e della poesia di cui erano intrisi i brani scelti, ha consentito di trasmettere meglio i valori cristiani di fratellanza e la solidarietà, ma anche per sottolineare la “contemporaneità” del messaggio del Santo d’Assisi, un messaggio di pace e di non violenza, che pone i quattro Vangeli – e la figura di Cristo – al di sopra di tutto, unico esempio per il cammino terreno di ogni uomo.
La melodia, il ritmo, Il silenzio, l’attenzione dei presenti, numerosi per la verità, ha prodotto nella piccola chiesa (gioiellino d’arte amabilmente tenuta da don Marino Cutrone), un'armonia sublime tale da far intendere che ogni qual volta accade, gli esseri umani possono avere la capacità e la volontà di stare bene gli uni accanto agli altri. Da quest’armonia possono nascere ottime opere di bene, come quella che ispirava i fraticelli di S. Damiano.
Gli applausi sono stati a dire poco sentiti. L`emozione e la commozione erano palpabili e un entusiasmo contagioso tagliava l`atmosfera della chiesa. Il coro diretto magistralmente dalla Prof. Mina Pesce, ha rapito l`attenzione e i cuori del pubblico; le voci e il trasporto, della loro esecuzione, sono stati in grado di “raccontare” storia, drammi, sofferenze di questo grande “servo” di Dio.
Abbiamo dunque avuto la fortuna di assistere a più di un’ora di grazia pura, di bellezza musicale estrema e di grande e prorompente energia. Culminate con un vero tripudio, con un'ovazione corale del pubblico presente, letteralmente estasiato dal concerto.
I coristi di “Cantate Domino” sono dei grandi interpreti, ma anche dei perfetti testimoni della bellezza del mondo della musica per coro; soprattutto ti fanno sentire bene, sono un vero nutrimento per il tuo spirito. Ti emozionano, veramente. Quando partono, quando intonano, senti per un istante tremare il mondo, senti dentro come una scossa, un'armoniosa e piacevole scossa. E i tuoi sensi, i tuoi sentimenti, improvvisamente si ridestano.
Mina, una violinista già molto apprezzata, dotata di ottimo talento, capace di grandi virtuosismi che esegue in completa naturalezza, ci confessava dei grandi sforzi che occorrono per seguire e comporre una corale come quella che sta curando da diversi anni. Ad esempio le scelte da compiere per l’inseriremento di una voce, fra altre voci diversissime non è cosa da poco; ma lei ha imparato ad avere pazienza e a non accontentarsi mai, perché solo provando e riprovando si arriva ad un risultato brillante; ella insegna a vivere in un gruppo, perché come ogni realtà sociale anche il coro è un "piccolo mondo" dove si alternano e si condividono gioie e incomprensioni, lasciando che ognuno scopra, poco alla volta, che la musica ha un'anima che ogni volta si lascia modellare come una statua di creta e rende i cantori dei piccoli artisti. E conclude Mina dicendo: “ecco perché ho deciso che il Coro doveva fare parte della mia vita e che avrei sacrificato volentieri qualche serata in famiglia…”.
Ma perché poi partecipare alle attività di un coro? Se lo chiedono spesso quelli che sono inseriti nella vita di una associazione, di una parrocchia, ecc... La risposta è unanime: un'esperienza diversa, un’occasione per avvicinarsi a generi di varia musica corale, alcuni dei quali purtroppo e a torto non considerati dai giovani: è insomma un'opportunità interessante anche dal punto di vista culturale. Partecipando al Coro si ha l'occasione per maturare una speciale forma mentis, in un percorso musicale ed umano che ha come principale prerogativa quella di non essere insipido.
Far coro è un atto, un "imparare facendo", attraverso un piacere sensibile, un'emozione vitale. Se poi parliamo espressamente di un coro parrocchiale, coloro che ne fanno parte esercitano il loro ministero responsabilmente in stretta comunione con i pastori a capo della comunità, partecipando attivamente alla sua vita, nutrendosi della Parola di Dio, della preghiera e dei sacramenti. Viene da sé la voglia di stare insieme ad altri per condividere un'esperienza che fonde insieme la cultura e la preghiera
Abbiamo apprezzato nei solisti, esibitisi in maniera egregia: Franco Cotrone in “Alto e glorioso Dio”, Rocco Turtolo in “Laudato sii o mi Signore”, Vita Piccininno in “Lodi all’Altissimo”, Franca Chiapperini in “Sei importante anche tu”, le originali interpretazioni offerte come un atto di coraggio, perché Dio si può cantare, l'importante è farlo sinceramente.
Tutti gli altri, dai coristi, al pianista Roberto Fasciano, al percussionista Cosimo Sforza, si sono amalgamati con passione; possiamo ben definrli “artisti speciali”, con una grande musicalità e professionalità che hanno sicuramente le motivazioni per lavorare e per raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi.
Motivo di grande gioia è stato il coro dei piccoli, che cantando per le mamme e i papà le più belle canzoni dello Zecchino d’oro, hanno dato alla serata quel tatto di primavera che esplode con genuini canti. La loro voce schietta si è intrecciata ad un sorriso semplice ed espressivo di quella felicità che ci ha ricordato la nostra infanzia. Anche a loro auguriamo di trovare sempre nell’armonia il sostegno e la vitalità per continuare ad essere un segno nella comunità torittese per quanti apprezzano il bel canto dei bambini.
A quanti hanno collaborato e reso possibile con il loro impegno e lavoro il sorgere e il consolidarsi di questa meravigliosa esperienza, alle famiglie e a tutti i ragazzi impegnati va il nostro plauso e il nostro migliore augurio.
da Cassano Murge
“gli invitati” Dora e Tonino Verzino
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