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Nuntio Vobis
dic
04
2012
Riflessioni
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Scritto da Angela Fariello
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martedì 04 dicembre 2012 |
Siamo, Padre, davanti a te
all'inizio di questo Avvento.
E siamo davanti a te insieme,
in rappresentanza anche
di tutti i nostri fratelli e sorelle
di ogni parte del mondo.
In particolare delle persone che conosciamo;
per loro e con loro, Signore,
noi ti preghiamo.
Noi sappiamo che ogni anno si ricomincia
e questo ricominciare
per alcuni è facile, è bello, è entusiasmante,
per altri è difficile,
è pieno di paure, di terrore.
Pensiamo a come si inizia questo Avvento
nei luoghi della grande povertà,
della grande miseria;
con quanta paura la gente guarda
al tempo che viene.
O Signore, noi ci uniamo a tutti loro;
ti offriamo la gioia che tu ci dai di incominciarlo,
ti offriamo anche la fatica,
il peso che possiamo sentire nel cominciarlo.
Questo tempo che inizia nel tuo nome santo,
vissuto sotto la potenza dello Spirito,
sia accoglienza della tua Parola.
Te lo chiediamo per Gesù Cristo,
tua Parola vivente che viene in mezzo a noi
e viva qui,
insieme con Maria, Madre del tuo Figlio,
che con lo Spirito Santo e con te
vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Amen.
(Carlo Maria Martini, Quotidianità luogo di Dio, Paoline 2006)
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dic
03
2012
Riflessioni
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Scritto da Redazione
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lunedì 03 dicembre 2012 |
L'immagine qui riprodotta rappresenta la maestà del
Cristo Pantocràtor, ‘Onnipotente', ‘che ha potere su tutto'. Il Cristo, seduto in trono, è inserito in un grande Omèga (Ω), che è l'ultima lettera dell'alfabeto greco.
È un'immagine miniata in un antico Benedizionale, un
rotolo di pergamena prodotto a Bari a metà dell'XI secolo,
conservato nel Museo diocesano, che contiene i testi liturgici per i riti della benedizione del fuoco e dell'acqua durante la veglia pasquale; il Benedizionale era originariamente unito all'Exultet, un altro rotolo, sempre di Bari e conservato nel nostro Museo, di qualche decennio precedente (intorno al 1025), che contiene il testo del preconio pasquale. Questa immagine è ripresa, con poche varianti, da quella simile presente nell'Exultet, immagine originale, ‘inventata' a Bari per la prima volta, e poi ripresa da altri rotoli di Exultet dell'Italia centro meridionale.
Cristo, Signore dell'universo, è seduto su un trono sontuoso, il trono della sua regalità celeste (l'arco dell'Omèga simboleggia la volta celeste), e poggia i piedi su uno sgabello che simboleggia la terra: "Il cielo è il mio trono, la terra lo sgabello dei miei piedi" (Is 66, 1); la ‘terra' è poggiata su quattro pilastri, le ‘basi' della terra: "hai fondato la terra sulle sue basi" (Sal 104, 5); sono quattro come i quattro punti cardinali, a indicare la totalità della terra.
Il Cristo è crocenimbato e riccamente vestito; con la mano destra benedice alla greca; nella mano sinistra ha il libro della Parola, che è lui stesso, Verbo del Padre. Il capo del Cristo è come incastonato nella parte lta dell' Omèga, perché è lui stesso l'Omèga, il punto finale di tutto: dell'universo e della storia universale e personale di ciascuno di noi. È il punto di arrivo di tutto, come di tutto è il punto di partenza, l'Alpha; dice di sé Gesù nell'Apocalisse: "Io sono l'Alfa e l'Omèga, il Primo e l'Ultimo, il Principio e la Fine" (Ap 22, 13). In realtà nella miniatura è presente anche l'Alpha, perché lo ‘sgabello' ai piedi del Cristo forma come un tratto orizzontale che permette di leggere anche l'Alpha nell'Omega: così la
citazione è completa.
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dic
02
2012
Riflessioni
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Scritto da Angela Fariello
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domenica 02 dicembre 2012 |
Siate attenti e vegliate
L'Avvento è il tempo liturgico che ricorda, a noi credenti in Cristo, la dimensione costante che accompagna il nostro cammino su questa terra. Sempre orientati
verso il Regno, desideriamo l'incontro con il Signore che attendiamo con fede come "Colui he viene".
La lampada dell'attesa
La sua luce radiosa sconfigga le tenebre
della sfiducia e del dubbio,
che tante volte avvolge la nostra esistenza
e disorienta i nostri passi;
ci ricordi il buio della notte e le veglie degli uomini,
rammenti le lampade delle vergini sagge
e gli annunci degli antichi profeti;
vogliamo tenerla alta e alimentarla con la nostra fede
per scrutare ogni giorno,
nello scorrere degli avvenimenti della nostra vita
i segni dell'Avvento del nostro salvatore Gesù Cristo.
«Lo sa come si fa a riconoscere se qualcuno ti ama? Ti ama veramente, dico?»
«Non ci ho mai pensato»
«Io sì.»
«E ha trovato una risposta?»
«Credo che sia una cosa che ha a che vedere con l'aspettare. Se è in grado di aspettarti, ti ama.»
Alessandro Baricco
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nov
14
2012
Annunci Parrocchiali
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Scritto da Angela Fariello
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mercoledì 14 novembre 2012 |
In occasione del suo venticinquesimo anniversario di sacerdozio, don Marino, ha voluto fare dono alla
comunità parrocchiale di un volume, I CARE (Mi sta a cuore).
Questo
libro l'ho pensato per una ricorrenza e con una speranza nel cuore:
la
ricorrenza è la celebrazione proprio quest'anno del XXV anniversario della mia
ordinazione sacerdotale.
Ho voluto così farne dono alla comunità di cui oggi
sono parroco, senza dimenticare le precedenti comunità
Introduzione di don Marino
Mi sta a cuore questa Chiesa, di cui faccio parte e mi sta a
cuore ogni comunità, piccola porzione di Chiesa. Il Papa Paolo VI diceva
"Amo la Chiesa". Sono trascorsi 25 anni dal giorno in cui il Signore
mi ha chiamato come Sacerdote a servizio della Sua Chiesa, a lavorare nella Sua
vigna. Il Seminario di Bari, come vicerettore, e le parrocchie di San Sabino in
Bari e di San Nicola in Toritto, come parroco, sono stati i luoghi dove
l'obbedienza mi ha posto per essere segno della Sua presenza in mezzo al Suo
popolo.
Questo libro l'ho pensato per una ricorrenza e con una
speranza nel cuore: la ricorrenza è la celebrazione proprio quest'anno del XXV
anniversario della mia ordinazione sacerdotale. Ho voluto così farne dono alla comunità
di cui oggi sono parroco, senza dimenticare le precedenti comunità. La
speranza: che il Mistero di Cristo celebrato nell' Anno Liturgico, vissuto
quotidianamente, faccia crescere nella fede e soprattutto susciti in tutti
l'impegno generoso per una comunione verticale e orizzontale, con Lui e con gli
altri. "La comunione fa la forza" è il mio chiodo fisso e spero lo
diventi anche per tutta la comunità, una comunità ricca per la presenza di
gruppi, movimenti, associazioni - dono certo dello Spirito - e nello stesso
tempo fatta di uomini e donne con caratteri, stili di vita, abitudini e
consuetudini diverse, con quelle piccole o grandi difficoltà che spesso
allontanano. Diceva Carlo Carto: "Quanto sei contestabile, Chiesa, eppure
quanto ti amo! Quanto mi hai fatto soffrire eppure quanto a te devo! ... Quante
volte ho avuto la voglia di sbatterti in faccia la porta della mia anima e
quante volte ho pregato di morire tra le tue braccia sicure". Ancora oggi
ripeto: Mi sta a cuore questa Chiesa, mi sta a cuore questa comunità! E chi ama
la Chiesa, ama la piccola comunità di cui fa parte. Per essa e per la comunione
in essa si impegna nella fede con carità. Mi sta a cuore la speranza che ogni
comunità parrocchiale sia luogo di comunione, una grande famiglia dove tutti i
componenti, pur nella diversità di età, cultura e carismi, ecc. sanno stare bene insieme, perché animati dall'esempio
di Cristo.
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nov
02
2012
Riflessioni
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Scritto da Angela Fariello
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venerdì 02 novembre 2012 |
La fede non è un abito da indossare in determinate occasioni,
ma è una luce e una forza che permea la vita,
trasforma il nostro modo di pensare, di sentire, di agire, di essere.
Nella vita matrimoniale la fede porta ad assumere una concezione cristiana del matrimonio e della famiglia, a considerare il proprio amore come segno e strumento dell'amore di Dio, e quindi a vedere nell'amore di Dio la sorgente, il fondamento e il modello dell'amore umano.
Essere genitori, alla luce della fede, significa essere rappresentanti della paternità e della maternità di Dio; vuol dire prendersi cura dei figli, accompagnarli nella loro crescita, guidarli con la parola e soprattutto con l'esempio.
Assieme ai genitori, gli insegnanti hanno il compito di educare. Ogni discepolo è una persona da formare: una libertà da orientare, una ricchezza di potenzialità da sviluppare, di attitudini da scoprire, di "talenti" da far fruttificare. La fede cristiana ci fa scoprire la grandezza della persona umana, l'originalità di ogni individuo, la sua dignità di "figlio di Dio".
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