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Nuntio Vobis
mar
27
2015
Riflessioni
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Scritto da Angela Fariello
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venerdì 27 marzo 2015 |
La preghiera in famiglia
Dal Vangelo secondo Marco
Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi.
Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano: "Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!".
Preghiera:
Signore Gesù,
re della gloria,
la nostra casa ti apre la porta e il cuore:
il ramoscello d'ulivo,
che ricorda il tuo ingresso in Gerusalemme,
sia per tutti noi segno di benedizione
e dipace.
Osanna a te, nostro redentore
che vivi nei secoli dei secoli.
Amen
Video-commento al Vangelo
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mar
21
2015
Riflessioni
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Scritto da Angela Fariello
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sabato 21 marzo 2015 |
La preghiera in famiglia
La Quaresima ci aiuti
ad avere gli occhi fissi sul Crocifisso
e le mani tese
verso i fratelli
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c'erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù».
Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l'anima mia è turbata; che cosa dirò? adre, salvami da quest'ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome».
Venne allora una voce dal cielo: «L'ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era tato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.
Commento
Due parole molto semplici mi guidano nella comprensione di questo brano: desiderio e paradosso. Alla richiesta dei greci di vedere Gesù sembra esserci un suo assurdo rifiuto, ma in realtà è il suo modo unico e originale di istruire le persone presenti, discepoli compresi. Probabilmente coloro che chiedono di vederlo si aspettano un VIP, puntano alla sua notorietà, che però rischia di essere staccata da un altro momento altrettanto fondamentale che è quello della croce: questo è un momento difficile per Gesù che non si nasconde, anzi, esprime con molta schiettezza i suoi sentimenti ("l'anima mia è turbata"). Gesù però questa croce non la subisce, ma la sceglie e per farmelo capire usa l'immagine semplice del chicco di grano che, per produrre il frutto desiderato, deve morire; infatti, è nel buio del terreno che il seme si trasforma e diventa spiga.
Questo vale anche per me oggi: scegliere di percorrere la strada della croce e accettare con consapevolezza e libertà le sfide della fede, oppure continuare a vivere tiepidamente la mia fede, limitandomi a "timbrare il cartellino" della messa domenicale e dei gruppi parrocchiali?
Preghiera
Vieni in nostro aiuto,
Padre misericordios,
perchè possiamo vivere e agire
sempre in quella carità,
che spinse il tuo Figlio
a dare la vita per noi.
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mar
13
2015
Riflessioni
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Scritto da Angela Fariello
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venerdì 13 marzo 2015 |
La famiglia in preghiera
La Quaresima ci aiuti
ad avere gli occhi fissi
sul Crocifisso
e le mani tese verso i fratelli
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Commento
Con il vangelo di domenica scorsa ho capito quanto è importante per me cercare il mio modo, magari anche originale, per stare con Dio, per incontrarlo. Con il vangelo di oggi posso fare un altro passo in avanti: riconoscere che Dio ama proprio me e proprio per me ha mandato il suo Figlio sulla terra perché io non continui a camminare a vuoto.
Il testo di oggi è molto simbolico e fa riferimento a un episodio raccontato nel libro dei Numeri (21,4-9): il popolo d'Israele accampato nel deserto vive il dramma dell'invasione di serpenti velenosi, per cui chiede a Mosè di rivolgersi a Dio e capire come affrontare questa prova. Mosè costruisce un serpente di bronzo: guardandolo, il popolo non morirà più, ma sarà salvo.
Per l'evangelista Giovanni questo diventa l'aggancio per una Buona Notizia: anche noi guardando Gesù, morto in croce per amore della nostra vita, possiamo guarire da tutti quei serpenti che ci portano alla morte, a dubitare di Dio e del suo Amore per noi.
Preghiera
Dio buono e fedele,
che mai ti stanchi di richiamare gli erranti a vera conversione
e nel tuo figlio innalzato sulla croce di guarisci dai morsi del maligno,
donaci la ricchezza della tua grazia, perchè rinnovati nello spirito
possiamo corrispondere al tuo eterno e sconfinato amore.
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mar
13
2015
Papa Francesco
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Scritto da Angela Fariello
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venerdì 13 marzo 2015 |
C ome lo stesso Papa Francesco ha detto al termine della sua omelia per la liturgia penitenziale nella quale ha annunciato l'Anno Santo straordinario della Misericordia, la cura di questo Giubileo è affidata al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. In una nota il dicastero offre alcune informazioni utili a comprendere meglio il significato dell'annuncio:
Papa Francesco ha annunciato oggi, 13 marzo 2015, nella Basilica di San Pietro la celebrazione di un Anno Santo straordinario. Questo Giubileo della Misericordia avrà inizio con l'apertura della Porta Santa in San Pietro nella solennità dell'Immacolata Concezione 2015 e si concluderà il 20 novembre 2016 con la solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell'Universo. All'inizio dell'anno il Santo Padre aveva detto: "Questo è il tempo della misericordia. È importante che i fedeli laici la vivano e la portino nei diversi ambienti sociali. Avanti!"
L'annuncio è stato fatto nel secondo anniversario dell'elezione di Papa Francesco, durante l'omelia della celebrazione penitenziale con la quale il Santo Padre ha aperto l'iniziativa 24 ore per il Signore. Questa iniziativa, proposta dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, promuove in tutto il mondo l'apertura straordinaria delle chiese per invitare a celebrare il sacramento della riconciliazione. Il tema di quest'anno è preso dalla lettera di San Paolo agli Efesini "Dio ricco di misericordia" (Ef 2,4).
L'apertura del prossimo Giubileo avverrà nel cinquantesimo anniversario della chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II, nel 1965, e acquista per questo un significato particolare spingendo la Chiesa a continuare l'opera iniziata con il Vaticano II.
Nel Giubileo le letture per le domeniche del tempo ordinario saranno prese dal Vangelo di Luca, chiamato "l'evangelista della misericordia". Dante Alighieri lo definisce "scriba mansuetudinis Christi", "narratore della mitezza del Cristo". Sono molto conosciute le parabole della misericordia presenti nel Vangelo di Luca: la pecora smarrita, la dramma perduta, il padre misericordioso.
L'annuncio ufficiale e solenne dell'Anno Santo avverrà con la lettura e pubblicazione presso la Porta Santa della Bolla nella Domenica della Divina Misericordia, festa istituita da San Giovanni Paolo II che viene celebrata la domenica dopo Pasqua.
Anticamente presso gli Ebrei, il giubileo era un anno dichiarato santo che cadeva ogni 50 anni, nel quale si doveva restituire l'uguaglianza a tutti i figli d'Israele, offrendo nuove possibilità alle famiglie che avevano perso le loro proprietà e perfino la libertà personale. Ai ricchi, invece, l'anno giubilare ricordava che sarebbe venuto il tempo in cui gli schiavi israeliti, divenuti nuovamente uguali a loro, avrebbero potuto rivendicare i loro diritti. "La giustizia, secondo la legge di Israele, consisteva soprattutto nella protezione dei deboli" (S. Giovanni Paolo II in Tertio Millennio Adveniente 13).
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mar
13
2015
Papa Francesco
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Scritto da Angela Fariello
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venerdì 13 marzo 2015 |
Un Giubileo straordinario nel cinquantesimo anniversario della chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II, nel 1965,
e acquista per questo un significato particolare spingendo la Chiesa a continuare l'opera iniziata con il Vaticano II.
«Cari fratelli e sorelle, ho pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della misericordia.
È un cammino che inizia con una conversione spirituale. Per questo ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio. Sarà un Anno Santo della Misericordia. Lo vogliamo vivere alla luce della parola del Signore: "Siate misericordiosi come il Padre"» (cfr Lc 6,36).
Con queste parole, pronunciate nel giorno che segna il secondo anniversario della sua elezione, Papa Francesco ha annunciato l'indizione di un Anno Santo Straordinario della Misericordia. Un'uscita a sorpresa durante la liturgia penitenziale che nel pomeriggio Bergoglio ha presieduto nella basilica di San Pietro, dove ha confessato alcuni fedeli. È un Giubileo straordinario che inizierà con l'apertura della Porta Santa l'8 dicembre, nel cinquantesimo anniversario della chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II e durerà fino alla festa di Cristo Re, nel novembre 2016.
«Il messaggio di Gesù è la misericordia. Per me, lo dico umilmente, è il messaggio più forte del Signore», aveva detto nell'omelia a braccio nella chiesa parrocchiale di Sant'Anna in Vaticano, quattro giorni dopo essere diventato Papa. «Io credo che questo sia il tempo della misericordia», ha detto ancora nella conferenza stampa sul volo di ritorno dal suo primo viaggio internazionale in Brasile, il 29 luglio 2013. «La strada della Chiesa - aveva ribadito nell'importante omelia del 15 febbraio davanti ai nuovi e vecchi cardinali - è quella di non condannare eternamente nessuno; di effondere la misericordia di Dio a tutte le persone che la chiedono con cuore sincero». «La misericordia non è solo un atteggiamento pastorale, ma è la stessa sostanza del Vangelo» ha scritto in una lettera inviata lunedì scorso all'Università Cattolica argentina.
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